
L'uomo del labirinto
Trama:
Samantha è sopravvissuta. Dopo quindici anni di silenzio, riappare all’improvviso, confusa e ferita, in un luogo che sembra fuori dal tempo. Non ricorda come è fuggita, non sa nemmeno chi l’ha tenuta prigioniera. Sa solo una cosa: è rimasta dentro un labirinto. Non metaforico. Reale.
Ad ascoltarla c’è un profiler atipico, il dottor Green, incaricato di raccogliere i frammenti della memoria di Samantha. Ma non è un poliziotto, non cerca prove: vuole capire la mente del mostro, non solo inchiodarlo.
Nel frattempo, fuori da quella stanza, Bruno Genko, investigatore privato con una diagnosi che gli ha messo il tempo contro, riprende in mano un caso che non è mai riuscito a chiudere. È stato lui, quindici anni prima, a fallire nel ritrovare Samantha. Ora che lei è tornata, Genko ha un solo obiettivo: trovare chi l’ha tenuta prigioniera. Prima che il tempo lo tolga di mezzo.
Ma nulla è chiaro. Ogni passo è un’illusione. E la verità, come un labirinto, ti riporta sempre al punto di partenza.
Recensione:
Carrisi gioca con le regole del thriller, ma non le segue mai alla lettera. In L’uomo del labirinto, non c’è una linea dritta: c’è una spirale lenta, vischiosa, che trascina dentro.
La struttura è insolita. Due personaggi, due indagini parallele, e il sospetto costante che qualcosa non torni. Green parla con Samantha, ma a tratti sembra che stia interrogando anche noi. Genko invece cammina per strade umide, uffici grigi, motel dimenticati — luoghi dove la speranza non passa più.
Eppure, il motore emotivo è tutto lì: in un uomo che sa di stare morendo e vuole un’ultima verità.
Carrisi non cerca la spettacolarizzazione del male. La costruisce a piccoli tocchi, con dettagli scomodi, con silenzi più eloquenti delle parole. E più si procede, più il lettore capisce che il punto non è “chi è stato?”, ma cosa ci ha portati fin qui?
Il finale è una trappola. O un’apertura. Dipende da quanto sei disposto a fidarti. Ma una cosa è certa: quando chiudi il libro, ti rimane addosso la sensazione che il labirinto non fosse solo nella testa di Samantha. Era anche nella tua.


Autore: Donato Carrisi
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