La sera in cui il dottor Luca Martini sparì, il cielo sopra Milano era plumbeo e carico di elettricità. Il celebre crittografo, noto per aver decifrato antichi codici mai compresi, era stato visto l'ultima volta entrare nel suo studio. La porta era chiusa dall’interno. Nessun segno di effrazione. Nessuna via di fuga. Ma di lui, nessuna traccia.
La polizia arrivò in massa. Il commissario Rinaldi osservò la stanza: libri aperti sulla scrivania, un computer acceso con un’unica finestra aperta su uno strano programma di decodifica. Sullo schermo, una frase incompleta:
“Non è un codice. È un avvertimento. Se lo capisci, sarà troppo tardi.”
Gli agenti perquisirono ogni angolo, ma l’unica cosa fuori posto era un foglietto di carta infilato tra le pagine di un vecchio manoscritto. Conteneva una serie di numeri, apparentemente casuali.
Rinaldi si rivolse a Giulia Ferri, esperta in crittografia, che rimase perplessa. “Questi numeri non sono un codice classico… somigliano più a… coordinate.”
Inserendole in un GPS, il segnale puntò a un piccolo monastero abbandonato fuori città. Rinaldi e Giulia si precipitarono sul posto.
Nel monastero trovarono solo polvere e silenzio, finché non scoprirono un’inaspettata botola sotto un antico tappeto. La aprirono con fatica, rivelando una scala di pietra che scendeva nell’oscurità.
In fondo, una stanza segreta illuminata da candele. E lì, seduto su una sedia di legno, il dottor Martini. Ma il suo viso era… sbagliato. Le sue espressioni erano troppo immobili, il respiro inesistente. Quando Rinaldi si avvicinò, capì la verità: era una statua di cera perfettamente realistica.
Sulla parete dietro di lui, incise nel muro, c’erano altre coordinate. Giulia controllò sul GPS e sbiancò. “Portano alla casa del dottor Martini.”
Rinaldi non perse tempo. Tornarono all’appartamento del crittografo e controllarono di nuovo la stanza in cui era scomparso. C'era qualcosa che prima non avevano notato: una piccola telecamera nascosta tra i libri. Il dispositivo era ancora acceso e registrava in loop lo stesso video:
Il dottor Martini si siede alla scrivania, scrive il messaggio sul computer, poi si alza, sorride… e scompare.
Non c’era nessun taglio nel filmato. Nessun montaggio. Solo… la sparizione.
Giulia tremava. “Questo non ha senso.”
Rinaldi guardò lo schermo, poi la statua di cera nella sua mente, poi le coordinate. Si rese conto che ogni pista conduceva a un altro mistero.
E se Martini non fosse mai esistito?
Oppure… se fosse ancora lì, da qualche parte, a osservarli?